Incentivi

Resto al Sud: Finanziamenti Giovani Imprenditori

Buone notizie soprattutto per i giovani imprenditori del Mezzogiorno e per le nuovi generazioni che si affacciano al mondo del lavoro.

Resto al Sud, nuovi incentivi per under 35 del Mezzogiorno.

Con “Resto al Sud” si cercherà di ostacolare la fuga, verso le regioni del Nnord della nostra penisola, di lavoratori e di manodopera.

Il 20.06.17, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il D.L. 91/17, che introduce disposizioni urgenti per la crescita nel Mezzogiorno tese ad incentivare la giovane imprenditorialità, proseguendo la linea del precedente D.L. 243/16, che già aveva incrementato gli incentivi agli investimenti industriali.

In particolare, l’art.1, D.L. 91/17 promuove di fatto, con l’introduzione di incentivi finanziari, la costituzione di nuove imprese nelle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La rubrica dell’art. 1 “Misura a favore dei giovani imprenditori nel Mezzogiorno, denominata, <Resto del SUD>” di fatto illustra i parametri per individuare i destinatari di detti incentivi: i giovani imprenditori residenti nelle citate Regioni.

Nel dettaglio, ai sensi del D.L. in esame, chi rientra nella categoria giovane imprenditori?

Si tratta di imprenditori di età compresa tra i 18 e i 35 anni non dotati di proprie risorse economiche per avviare l’attività di impresa e che tra l’altro debbono presentare i seguenti requisiti:

  • devono essere residenti nelle suddette Regioni al momento della domanda o devono trasferirvi la residenza entro 60 giorni dalla comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria relativa alla domanda di accesso alla misura “Resto al Sud”;
  • non devono risultare beneficiari, nell’ultimo triennio, di ulteriori misure a livello nazionale a favore dell’autoimprenditorialità.

Per poter godere di tale misura di sostegno, inoltre, i giovani imprenditori devono operare nell’ambito della produzione di beni nei settori dell’artigianato e dell’industria, ovvero relativa alla fornitura di servizi.


Il finanziamento previsto in favore dei soggetti legittimati è per ciascuno fino ad € 40.000,00 (fino ad un ammontare massimo complessivo di €  200.000,00) di cui il 35% a fondo perduto, a copertura dell’intero investimento e del capitale circolante, ed il restante 65% sotto forma di prestito a tasso zero dalle banche.


Possono accedere al finanziamento anche le imprese da costituire?

Sì, ma queste ultime dovranno costituirsi come impresa individuale/società/cooperativa al massimo entro 60 giorni successivi alla data di comunicazione dell’esito positivo dell’istruttoria e debbono mantenere, per tutta la durata del finanziamento, sede operativa in una delle Regioni già indicate.

Il D.L pone un limite sull’utilizzo di tali incentivi: non potranno essere utilizzati per spese relative «alla progettazione, alle consulenze e all’erogazione degli emolumenti ai dipendenti delle imprese individuali e delle società nonché agli organi di gestione e controllo elle società stesse».

Degna di attenzione è anche la possibilità per le imprese e le società, al fine di agevolare l’assunzione, di aderire al Programma Garanzia Giovani  per il reclutamento personale dipendente.

Zona Economica Speciale “ZES”

Non meno interessante è l’istituzione, a norma dell’art.4, della cosiddetta Zona Economica Speciale “ZES”: “una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata del territorio italiano, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale.

Perché è così importante la ZES?

Il provvedimento normativo in esame offre disposizioni di maggior favore, che si concretizzano in condizioni incrementali degli investimenti e delle attività di sviluppo, alle imprese già operative/o in fase di costituzione che esercitano/eserciteranno attività economica e imprenditoriale all’interno della ZES.

Se non bastasse, l’art. 10 “Ulteriori misure in favore dell’occupazione nel Mezzogiorno”, sempre con lo scopo di disincentivare l’abbandono da parte dei lavoratori delle regioni del Mezzogiorno, prevede che l’ANPALAgenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, realizzi in raccordo con le Regioni interessate e tenuto conto dei fondi interprofessionali per la formazione continua, programmi per la riqualificazione e ricollocazione di lavoratori coinvolti in situazioni di crisi aziendale o settoriale.

Perché può essere considerata una norma di sostegno non solo per i lavoratori da riqualificare/ricollocare ma anche per i datori di lavori?

In questo modo, il datore di lavoro potrà essere sgravato dell’onere di “formare” il lavoratore che, avendo fruito dei programmi di riqualificazione e ricollocazione, avrà ampliato e reso più interessante il suo background studiorum e professionale