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ACE 2024, abolizione e ultima annualità 2023

Tra le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate sull’attuazione del primo modulo di riforma dell’IRPEF e delle imposte sui redditi anche quelle relative all’abrogazione dell’ACE. L’aiuto alla crescita economica è stato eliminato dal 1° gennaio scorso.

Sono diverse le novità relative all’attuazione del primo modulo di riforma dell’IRPEF e delle altre misure in tema di imposte sui redditi.

Oltre alle misure che interessano l’IRPEF, nella circolare numero 2 del 6 febbraio 2024 l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti anche in merito all’abolizione dell’ACE a partire dallo scorso 1° gennaio.

L’aiuto alla crescita economica non sarà più a disposizione delle imprese, tuttavia, come chiarito dalla stessa Amministrazione finanziaria, in parallelo all’abrogazione dello strumento viene stabilito che fino all’esaurimento degli effetti continuano ad applicarsi le disposizioni relative all’agevolazione.

Dal 1° gennaio 2024 non è più possibile, per le imprese, beneficiare dell’ACE, l’aiuto alla crescita economia.

Si tratta di una deduzione dal reddito d’impresa del rendimento figurativo del capitale proprio. In altri termini uno strumento che agevola fiscalmente chi reinveste gli utili in azienda.

Grazie all’agevolazione introdotta dal DL 210/2011, convertito dalla legge 214 dello stesso anno, le imprese hanno potuto pagare meno imposte ottenendo agevolazioni all’investimento di risorse proprie rispetto alla scelta di accedere a capitale di debito.

I soggetti che potevano accedere all’agevolazione finalizzata ad un maggiore equilibrio tra capitale proprio e capitale di debito erano i seguenti:

  • le società e gli enti commerciali residenti (art. 73, comma 1, lett. a) e b), del TUIR);
  • le società e gli enti commerciali non residenti (art. 73, comma 1, lett. d), del TUIR) con riguardo alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato;
  • le imprese individuali, le società in nome collettivo e in accomandita semplice in regime di contabilità ordinaria.

Sull’agevolazione è intervenuta la riforma fiscale, in prima battuta con l’approvazione della delega al Governo per al riforma fiscale e, successivamente, con uno dei decreti attuativi della stessa.

Nello specifico il decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216, rubricato come “Attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi” ha ufficializzato l’abrogazione dell’ACE a partire dal 1° gennaio 2024.

Nella circolare dell’Agenzia delle Entrate, relativa alle norme stabilite dal citato decreto attuativo della riforma fiscale, sono state fornite le istruzioni in merito alla cancellazione dello strumento.

ACE 2024, abolizione dal 1° gennaio: le istruzioni delle Entrate

Oltre alle misure relative alla revisione dell’IRPEF, dalla rimodulazione di aliquote e scaglioni a modifiche alle detrazioni al lavoro dipendente, al trattamento integrativo e alle detrazioni fiscali, il documento di prassi si sofferma sull’eliminazione dell’ACE.

La misura è prevista dall’articolo 5 del dlgs n. 216/2023, che dispone l’abrogazione a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023.

Con tale disposizione si elimina lo strumento che permetteva di accedere all’agevolazione:

“Nel caso in cui l’importo del rendimento nozionale superi il reddito complessivo netto così determinato, l’eccedenza di rendimento nozionale può essere riportata nei periodi d’imposta successivi, senza alcun limite quantitativo e temporale.”

Fino allo scorso anno era quindi prevista un’ottimizzazione fiscale sulle somme che rimanevano in azienda, senza essere distribuite, anche riportata negli anni e senza limiti temporali.

Dal 1° gennaio scorso, come messo in evidenza anche nella circolare numero 2 del 6 febbraio dell’Agenzia delle Entrate, è prevista “l’abrogazione della disciplina dell’ACE”.

Tuttavia in parallelo viene anche stabilito che:

“sino a esaurimento dei relativi effetti, continuano ad applicarsi le disposizioni relative all’importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto del periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023.”

In altre parole, potranno continuare a beneficiare dell’agevolazione le imprese che hanno avuto accesso alla misura lo scorso anno, ma solo fino al termine degli effetti dell’agevolazione.

Sugli effetti della cancellazione dell’ACE si era già espresso Ufficio Parlamentare di Bilancio, stimando un risparmio per lo Stato di quasi 5 miliardi.

Un effetto a svantaggio delle imprese per la mancanza di uno stimolo agli investimenti e alla patrimonializzazione.