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Credito Imposta fino all’85% per investimenti innovativi

Contributi fino all’85% per le imprese del Sud che investono in macchinari, impianti e attrezzature aventi tecnologie abilitanti dell’Impresa 4.0 Il contributo scende al 60% per le piccole imprese del centro e del nord non ammesse alla deroga e risale al 70% per quelle che sono nelle aree in deroga.

Il credito di imposta pari al 40% della spesa vale per tutte le imprese ovunque collocate a prescindere dalla dimensione, per investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Misure di contributo variabili in base alla tipologia d’impresa. Considerando le piccole imprese, queste possono avere un contributo sotto forma di fondo perduto, di abbattimento degli interessi o altri incentivi che rientrano tra gli aiuti di stato, fino a un massimo del 45% per le zone del Sud Italia.

Il contributo scende del 20% per le aree industrializzate del centro nord. Risale al 30% per quelle in difficoltà del Centronord. Le imprese sono pertanto chiamate a investire in modo massiccio. Va rilevato, tuttavia, che tutto il contributo è soggetto a erogazione a consuntivo.

Ad esempio, i fondi perduti dei bandi regionali sono di solito concessi previa rendicontazione del progetto realizzato e il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione (ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241) in cinque quote annuali di pari importo. Inoltre, prevede che può essere utilizzabile a decorrere dall’anno successivo a quello dell’avvenuta interconnessione dei beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Se le imprese rinunciano ad una parte di contributo, possono finanziare l’operazione con la Sabatini, la quale mette a disposizione l’importo del finanziamento prima del pagamento della fattura. In questo caso, l’incentivo della Sabatini scende però fino al 10% o al di sotto.

Modalità di utilizzo del credito d’imposta. Il credito d’imposta in esame è utilizzabile esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in beni immateriali. Esso è utilizzabile a decorrere dall’anno successivo a quello di entrata in funzione dei beni per gli investimenti. Per gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali ricompresi negli allegati A e B alla legge di bilancio 2017, esso è utilizzabile a decorrere dall’anno successivo a quello dell’avvenuta interconnessione di tali beni al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. Se l’interconnessione di beni materiali avviene in un periodo d’imposta successivo a quello della loro entrata in funzione, è comunque possibile iniziare a fruire del credito d’imposta per la parte spettante. A tale credito d’imposta non si applicano i limiti generali (700 mila euro) e i limiti speciali (c.d. limite di utilizzo, 250 mila euro) di cui all’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e di cui all’articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. Al solo scopo di consentire al Ministero dello sviluppo economico di acquisire le informazioni necessarie per valutare l’andamento, la diffusione e l’efficacia delle misure agevolative, le imprese che si avvalgono di tali misure effettuano una comunicazione al Ministero dello sviluppo economico. La normativa rimanda a un apposito decreto direttoriale del Ministero dello sviluppo economico il compito di stabilire il modello, il contenuto, le modalità e i termini di invio della comunicazione in relazione a ciascun periodo di imposta agevolabile. Il credito d’imposta non può formare oggetto di cessione o trasferimento, neanche all’interno del consolidato fiscale.

Anche i software tra i beni agevolabili. I beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello «Industria 4.0» potranno godere del credito d’imposta riconosciuto nella misura del 40 per cento del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro e nella misura del 20% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili, pari a 10 milioni di euro. Nessuna agevolazione sarà concessa per investimenti sopra i 10 milioni di euro. Per gli investimenti aventi ad oggetto beni immateriali, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 15 per cento del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 700 mila euro.