Credito Imposta

Credito Imposta Formazione 4.0 al 70%

Il Decreto Aiuti ha come obiettivo, tra gli altri, quello di migliorare la trasformazione delle PMI, sia sotto l’aspetto tecnologico sia sotto l’aspetto della digitalizzazione, incrementando le aliquote relative al credito d’imposta per la Formazione 4.0 fino al 70 per cento per le piccole imprese e al 50 per cento per medie imprese.

Le aliquote relative alla formazione passano al 70 e al 50 per cento per piccole e medie imprese, quelle relative ai beni immateriali al 50 per cento. Le novità sono previste dal Decreto Aiuti 2022 approvato il 2 maggio dal Consiglio dei Ministri n. 75.

ART. 21.
(Credito d’imposta formazione 4.0)
1.Al fine di rendere più efficace il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle piccole e medie imprese, con specifico riferimento alla qualificazione delle competenze del personale, le aliquote del credito d’imposta del 50 per cento e del 40 per cento previste dal comma 211 della legge 27 dicembre 2019, n. 160 per le spese di formazione del personale dipendente finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese sono rispettivamente aumentate al 70 per cento e al 50 per cento, a condizione che le attività formative siano erogate dai soggetti individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto e che i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento delle suddette competenze siano certificati secondo le modalità stabilite con il medesimo decreto, il quale assicura altresì l’invarianza di spesa riaspetto agli stanziamenti vigenti.
2. Con riferimento ai progetti di formazione avviati successivamente all’entrata in vigore del presente decreto che non soddisfino le condizioni previste dal comma 1, le misure del credito d’imposta sono rispettivamente diminuite al 40 per cento e al 35 per cento

La normativa di riferimento

L’attuale normativa introdotta dall’articolo 1, commi da 46 a 56, della Legge 27 dicembre 2017, n. 205, nota come Formazione 4.0 prevede il riconoscimento di un credito d’imposta sulle spese di formazione del personale dipendente, se relative all’acquisizione e al consolidamento delle competenze nelle tecnologie relative alla trasformazione tecnologica e digitale come previste dal Piano Transizione 4.0. I benefici in questione sono riconosciuti a tutte le imprese, compresi gli enti non commerciali che esercitano attività commerciali, anche in relazione al personale impiegato promiscuamente.

Le aliquote

La già menzionata misura prevede che il credito d’imposta sulle spese relative al personale dipendente impegnato nelle attività di formazione ammissibili e limitatamente al costo aziendale riferito alle ore o alle giornate di formazione, è ammesso nelle seguenti misure:

  • 50 per cento, nel limite massimo annuale di 300.000 euro, per le piccole imprese;
  • 40 per cento, nel limite massimo annuale di 250.000 euro, per le medie imprese;
  • 30 per cento, nel limite massimo annuale di 250.000 euro, per le grandi imprese.

È previsto un aumento del 60 per cento qualora i destinatari delle attività di formazione rientrino nelle categorie dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati (ai sensi delle definizioni contenute nel Decreto del Ministro del Lavoro del 17 ottobre 2017).

I requisiti

Il Decreto Aiuti prevede che gli incrementi del credito d’imposta siano ammessi a condizione che le attività di formazione, e di certificazione dei piani formativi, siano erogate da soggetti che saranno poi individuati con un decreto del Ministro dello sviluppo economico che sarà adottato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri.

Nell’ipotesi in cui le attività di formazione vengano avviate successivamente all’entrata in vigore della Decreto, o che non adempiano alle condizioni che saranno contenute nel decreto ministeriale da emanare entro 30 giorni, è previsto che le aliquote siano diminuite nel seguente modo:

  • al 40 per centro per le piccole imprese,
  • al 35 per cento per le medie imprese.

Appare singolare, e per certi versi contrastante, che il provvedimento del Consiglio dei ministri incrementi (per il futuro) l’agevolazione del credito d’imposta su Formazione 4.0 senza però indicare le modalità ed i requisiti che regoleranno l’applicazione corretta di tale agevolazione.

Il taglio delle aliquote dei progetti ordinari

Questa incertezza è accompagnata anche dall’applicazione di un taglio dell’aliquota dei progetti ordinari, compresi quelli che sulla base decreto di prossima emanazione non saranno conformi alle disposizioni che lo stesso introdurrà, che introduce una ingiustificata riduzione che grava di più sulle piccole imprese. Infatti, per le piccole imprese l’aliquota scenderà del 25 per cento, mentre per le medie imprese la riduzione sarà contenuta del 12,50.

Decreto AIUTI 2022

Il bonus per i beni immateriali sale dal 20% al 50% mentre l’aliquota per lo sviluppo di competenze aumenta dal 50% al 70% per le piccole imprese e dal 40 al 50% per le medie

Con il “Decreto-legge recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina” (più brevemente Decreto aiuti o Decreto energia), approvato il 2 maggio 2022 dal Consiglio dei Ministri, il Governo interviene in maniera piuttosto marcata su due agevolazioni previste dal piano Transizione 4.0: il credito di imposta per investimenti in beni immateriali 4.0 e il Credito d’imposta formazione 4.0.

Le due misure, contenute nel terzo capo del decreto dedicato alle “Misure per la ripresa economica, la produttività delle imprese e l’attrazione degli investimenti”, sono contenute in altrettanti articoli, uno dedicato alla “Maggiorazione del credito di imposta per investimenti in beni immateriali 4.0” e uno al “Credito d’imposta formazione 4.0”.


Per il 2022 l’incentivo prevede, stando alla normativa vigente, aliquote differenziate a seconda della classe dimensionale delle imprese. In particolare

50% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;
40% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;
30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro.
Il Decreto aiuti prevede che le prime due aliquote, quelle per le piccole e le medie imprese, possono salire rispettivamente al 70% e al 50% a una condizione: “che le attività formative siano erogate dai soggetti individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto e che i risultati relativi all’acquisizione o al consolidamento delle suddette competenze siano certificati secondo le modalità stabilite con il medesimo decreto, il quale assicura altresì l’invarianza di spesa riaspetto agli stanziamenti vigenti”. Dunque vi è una stretta sui soggetti titolati a erogare la formazione.

Lo schema precedente, nel caso di rispetto della “condizione”, diventa quindi il seguente

70% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;
50% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;
30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro.
Il mancato rispetto di questa condizione (cioè rivolgersi ad altri soggetti abilitati ma non inclusi nella lista ministeriale e la certificazione dell’avanzamento delle competenze) comporta invece una riduzione delle aliquote secondo questo schema

45% per le piccole imprese con limite massimo annuale di 300.000 euro;
35% per le medie imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro;
30% per le grandi imprese con limite massimo annuale di 250.000 euro.

Software

Nel dettaglio vengono rafforzati i crediti d’imposta per investimenti in beni immateriali 4.0: l’aliquota del credito d’imposta previsto dalla legge n. 178/2020 è aumentata, sino 31 dicembre 2022 o 30 giugno 2023 se è stato effettuato un pagamento in acconto pari almeno al 20% del valore dei beni, dal 20 al 50%.


ART. 20.
(Maggiorazione del credito di imposta per investimenti in beni immateriali 4.0)
1. Per gli investimenti aventi ad oggetto beni compresi nell’allegato B annesso alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022 ovvero entro il 30 giugno 2023, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 per cento del costo di acquisizione, la misura del credito d’imposta prevista dall’articolo 1, comma 1058, della legge 30 dicembre 2020, n. 178 è elevata al 50 per cento.