Modello C2 storico: richiedilo online
Modello C2 storico: cosa è
Aziende e datori di lavoro richiedono il Modello C2 in previsione di una assunzione agevolata (per avere conferma delle esperienze lavorative maturate dal candidato e per desumere aspetti necessari per fruire dei benefici fiscali, riservati ad esempio a chi assume disoccupati di lungo periodo).
Cosa c’è scritto nel Modello C2 storico?
Il certificato storico lavorativo (Modello C2 storico o Percorso lavoratore) riporta varie informazioni, tra cui:
- la lista delle esperienze lavorative maturate, con indicata la data di assunzione, eventuali proroghe e/o trasformazioni, la data di cessazione, ecc.;
- titoli di studio conseguiti;
- la dichiarazione di disponibilità al lavoro;
- la data di iscrizione al Centro per l’impiego (CPI);
- eventuali periodi di inoccupazione;
- lo stato di disoccupazione;
- mansioni svolte, compiti e responsabilità rivestite nel corso della carriera;
- i dati del datore di lavoro.
Quali esperienze lavorative riporta
Il Modello C2 storico riporta l’elenco delle occupazioni precedenti di lavoro in un certo periodo di tempo ed in una certa area.
Nel Modello C2 compaiono tutte le esperienze lavorative?
No. Nel Modello C2 storico vengono riportate le informazioni sulle esperienze lavorative presenti nel Sistema Informativo dei Centri per l’impiego della specifica Regione. Questo significa che alcune esperienze lavorative potrebbero non essere presenti nel certificato storico lavorativo richiesto, se non rientrano tra quelle comunicate ai Centri per l’impiego.
Quali esperienze di lavoro non sono nel Modello C2?
Ad esempio, potrebbero non figurare i rapporti di lavoro autonomo in forma occasionale, i rapporti di lavoro con agenzie di somministrazione e i rapporti di lavoro con la PA e i rapporti di lavoro domestico.
A cosa serve il C2 storico per il datore di lavoro?
Alcuni datori di lavoro richiedono il Modello C2 nel momento in cui devono procedere con un’assunzione agevolata: in questo modo, possono fruire dei relativi benefici contributivi e fiscali per chi assume assume disoccupati da almeno 24 mesi.
Quali requisiti per il Modello C2?
Per usufruire dei servizi offerti dai Centri per l’Impiego, come la richiesta di certificato C2 storico, è necessario essere iscritti al CPI e aver dichiarato la propria immediata disponibilità al lavoro (DID).
C2 storico: come si richiede?
Per richiedere il Modello C2 storico è possibile rivolgersi presso il Centro per l’impiego del proprio domicilio, con documento di identità in corso di validità e codice fiscale oppure, dove è stato attivato il servizio, scaricarlo direttamente dal portale della Regione con credenziali SPID, CIE o CNS.
=> Scarica il modulo di richiesta di C2 storico
Modulo di richiesta di C2 storico
Il Modello C2 storico, debitamente compilato e sottoscritto, può essere spedito all’indirizzo email indicato dal proprio Centro per l’Impiego allegando:
- il Modulo di richiesta di C2 storico;
- copia del documento di identità;
- dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Come richiedere il Modello C2 storico online?
Il Modello C2 storico online si ottiene presso le agenzie regionali per il lavoro abilitate al rilascio telematico. In questo caso, in genere è richiesta la dichiarazione sostitutiva di atto notorio ai sensi del DPR n. 445/2000. Laddove risulti attivato il servizio, si può scaricare il modello direttamente dal portale della Regione. Ognuna ha però le sue regole. Ad esempio, per richiedere il modello C2 storico online in Lazio in Lazio, si deve inviare una email al Centro per l’Impiego competente, allegando una dichiarazione sostitutiva di notorietà e la copia del documento di identità del richiedente.
Dichiarazione sostitutiva per il Modello C2 storico
La dichiarazione sostitutiva di notorietà serve anche per richiedere il Certificato storico (Modello C2 storico).
Cos’è la dichiarazione sostitutiva di atto notorio?
La dichiarazione dell’atto di notorietà (art. 47 DPR 445/2000) è un documento con il quale si autodichiarano (sotto la propria responsabilità) stati, qualità personali o fatti giuridicamente rilevanti a diretta conoscenza dell’interessato, anche se relativi a terze persone di cui egli abbia diretta conoscenza e che non rientrano fra quelli che possono essere oggetto di autocertificazione. Si usa questo documento ad esempio per chiedere una visura catastale, auto-dichiarando il possesso dell’immobile.
L’autodichiarazione va autenticata?
La dichiarazione sostitutiva di atto notorio (o autodichiarazione) può essere con e senza firma autenticata:
- la dichiarazione sostitutiva di atto notorio con firma autenticata è indispensabile tra privati. In questo caso un pubblico ufficiale/funzionario incaricato deve confermare che la firma del dichiarante in fondo a quel documento è stata apposta in sua presenza dal soggetto di cui ha accertato l’identità. L’autentica della firma prevede il pagamento di una marca da bollo di 16 euro più i diritti di segreteria. L’ufficiale o funzionario che autentica la firma non ha competenza e responsabilità in merito al contenuto della dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che rimane in capo al dichiarante;
- la dichiarazione sostitutiva di atto notorio senza firma autenticata è sufficiente quando si invia ad una PA, quindi anche in caso di richiesta di Modello C2 storico ad un CPI.