Transizione 5.0: gli obiettivi degli incentivi
Il nuovo Piano Transizione 5.0 finanzierà riduzione del consumo dell’energia nei processi produttivi, sostituzione dei combustibili fossili, riduzione delle emissioni in atmosfera, recupero di materie prime critiche, circolarità dei processi produttivi attraverso un uso più efficiente delle risorse
Di Transizione 5.0 e di Industria 5.0 si parla da tempo, ma spesso limitandosi a concetti vaghi e interessanti più a livello concettuale che non pratico.
L’Industria 5.0 ha l’obiettivo di creare un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente.
Infatti, con l’affievolirsi delle misure del Credito d’Imposta legato Piano Nazionale Industria 4.0 (ormai scese al 20%), numerose aziende hanno sospeso gli investimenti non indispensabili, in attesa di una più significativa rimodulazione degli incentivi. Una rimodulazione che, sinora, è però rimasta solo una promessa. E questa mancanza di concretezza porterà, nel consuntivo 2023, ad una drastica riduzione nella vendita di macchine ed impianti (se si escludono quelli prenotate nel corso del 2022).
Il PNRR guarda a Transizione 5.0
Un segnale incoraggiante è però arrivato lo scorso 27 luglio, quando la Cabina di Regia PNRR ha approvato le proposte di revisione del PNRR e RepowerEU presentate dal Ministero e che sono state inviate al Parlamento europeo.
Se le modifiche (come sembra) saranno approvate, prende corpo il Piano Transizione 5.0, con una dotazione di 4 miliardi di euro, per sostenere le imprese negli investimenti necessari a realizzare nuovi progetti di transizione ecologica e digitale. Il tutto completato da un significativo supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technolgies.
Ovviamente i singoli incentivi dovranno essere concretizzati da appositi decreti o, comunque, dalla Finanziaria 2024, con incentivi alle imprese impegnate nella decarbonizzazione dei processi produttivi ed alle filiere più strategiche per la produzione di tecnologie verdi.
La Nuova Sabatini green, inoltre, offrirà un sempre maggiore sostegno alle PMI nell’acquisto di impianti e tecnologie digitali che consentano la produzione diretta di energia da fonti rinnovabili, ma anche a programmi di investimento per migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e/o dei processi produttivi.
Obiettivi Industria 5.0
In particolare, come si legge nel documento reso pubblico, verranno finanziati, con il credito d’imposta, gli investimenti finalizzati a: “riduzione del consumo dell’energia nei processi produttivi, sostituzione dei combustibili fossili, riduzione delle emissioni in atmosfera, recupero di materie prime critiche, circolarità dei processi produttivi attraverso un uso più efficiente delle risorse”
Una serie di novità che hanno indotto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a dichiarare: “Così rilanciamo investimenti e innovazione. Mettiamo il turbo alle nostre imprese. Questa è politica industriale”.
Cosa ha chiesto l’Italia al Parlamento europeo
Nelle pagine seguenti riportiamo il testo del documento inviato al Parlamento Europeo. Abbiamo provveduto a sottolineare i passaggi che riteniamo più interessanti per le imprese che dovranno sostenete investimenti nei prossimo anni.
Transizione green – Settore Produttivo (subchapter B)
Nel paragrafo dedicato alla transizione green del settore produttivo (subchapter B), si prevedono misure che favoriscano l’autoproduzione da fonti rinnovabili da parte delle PMI, con anche il miglioramento della logistica e l’impatto ambientale nel settore agricolo.
La prima misura del paragrafo dedicato al settore produttivo, proposta dal MIMIT, è intitolata Transizione 5.0 Green ed è una delle misure più importanti in termini di risorse investite, oltre che dichiarata più volte strategica dal sistema imprenditoriale nazionale. Si tratta infatti di un ampio schema di sostegno all’innovazione digitale a supporto della transizione verde nel sistema produttivo. E’ destinato a tutte le imprese, anche alle piccole e medie, che costituiscono l’ossatura centrale dell’economia italiana.
La misura, il cui importo complessivo è pari a circa 4 Mld€, sfrutterà il sistema, da tempo collaudato, del credito di imposta, peraltro suggerito anche dalle Linee guida del REPowerEU del 1° febbraio scorso. Tale misura riguarda tutti settori strategici dell’economia incluso il turismo.
L’obiettivo della presente misura è quello di accelerare la riconversione sia della dotazione di beni strumentali, sia dei processi produttivi delle imprese, attraverso un sostegno automatico e non selettivo, il credito di imposta, in modo da permettere ad un ampio numero di imprese di partecipare all’investimento.
Nello specifico, la misura intende incentivare le imprese a realizzare progetti volti alla transizione ecologica, in particolare indirizzati alle seguenti azioni: riduzione del consumo dell’energia nei processi produttivi, sostituzione dei combustibili fossili, riduzione delle emissioni in atmosfera, recupero di materie prime critiche, circolarità dei processi produttivi attraverso un uso più efficiente delle risorse.
L’intervento rappresenta un’evoluzione dell’attuale Piano Transizione 4.0, finanziato per i periodi d’imposta 2020-2022, anche con risorse RRF, e dal 2023 al 2025 con risorse esclusivamente nazionali. La nuova misura intende proiettare il Piano Transizione 4.0 verso un nuovo paradigma 5.0, orientato alla transizione ecologica. Il Piano 4.0 è stato uno strumento di successo in passato, di ampia diffusione fra le imprese, e si conta di replicarne l’efficacia anche allo scopo della transizione verde. Si mira alla realizzazione di nuovi impianti, nonché all’ampliamento di impianti già esistenti, per la produzione di energia da fonti rinnovabili, a condizione che l’energia prodotta sia impiegata esclusivamente ai fini dell’autoconsumo nell’ambito dei propri processi aziendali.
L’intervento sarà attivato nel corso del 2024 e si prevede la realizzazione degli investimenti da parte delle imprese beneficiarie entro l’anno 2025.